domenica 30 dicembre 2012

L'oroscopo della Susi (l'unico oroscopo garantito). Settimana dal 31 dicembre al 6 gennaio

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Ariete
Neppure la bilancia vuole saperne di voi, continuate con i buoni propositi, lei sa che rimarranno tali e sta cercando di nascondersi. Voi fareste bene a fare altrettanto. Il vostro capodanno sarà grasso come voi. Olè.

Toro
Dovete ancora riprendervi dalla delusione del Natale, i regali che non avete avuto e quelli che non avete fatto saranno un blando rimpianto dopo le coliche post festeggiamenti del Capodanno.

Gemelli
State organizzando la festa per salutare il nuovo anno, io al vostro posto lo saluterei con poco trasporto, non vi riserverà quasi nulla di buono. Inutile sottolineare che si raccoglie quel che si semina.

Cancro
Chi vi conosce sa che avete attivato tutte le precauzioni scaramantiche per assicurarvi un buon anno, data la sfiga che vi perseguita, la settimana che si apre non sarà che il preludio di un anno da dimenticare, come quello che si chiude. Almeno siete allenati.

Leone
Nessuno crede alla vostra generosità, avete dato un ampio esempio nella settimana appena trascorsa di quanto siete taccagni e pure poco furbi. Tutti si sono accorti che, come la solito, avete riciclato i regali,  e per la festa di Capodanno si stanno organizzando per lanciarveli e augurarvi un anno di merda.

Vergine
Neppure questo Natale è stato perfetto come avreste voluto e i risultati non sono stati all’altezza della  fatica perché tutto andasse per il verso giusto. E’ che il verso giusto è un Natale senza di Voi. Sappiatelo,  e rimanete a casa a Capodanno.

Bilancia
E’ vero, forse avete perso un etto a causa dell’influenza intestinale che causa (o vi causerà) vomito e diarrea, in compenso la vostra ruga nasolabiale è diventata un solco. Con l’anno nuovo non migliora, lo sapete vero?

Scorpione.
Siete tristi perché le feste vi immalisconiscono, siete tristi perché siete sensibili, così ve la raccontate. Siete tristi perché siete cattivi, non dimenticatelo mai. E se nessuno vi farà gli auguri di buon anno con una espressione serena e sorridente, sapete il perché.

Sagittario
Forse siete riusciti a schivare vostra zia mentre ubriaca, a Natale, cercava riparo  sulle vostre scarpe, per Capodanno non avrete la stessa fortuna, è più difficile schivare il proprio vomito, da ubriachi e col vento a sfavore.

Capricorno
Non dovete insistere per coinvolgere gli amici a partecipare alla vostra festa, non sapete organizzare le feste,  se invece pensate che quest’anno tocchi a voi e l’inizio del nuovo anno dovrà essere promettente, vi sbagliate. Di sicuro qualcuno ha promesso a se stesso di abbandonarvi.

Aquario
Vi sentite molto creativi mentre obbligate tutti a farvi i complimenti per i segnaposto o per i giochi con cui avete deciso di tormentarli. La verità è che vi odiano e che per il nuovo anno, smetteranno di nascondervelo.

Pesci
Vi state chiedendo perché sebbene tentiate di tenere tutti uniti, di assecondare ogni desiderio e di essere sempre gentili e premurosi con tutti, nessuno sembri, invece, apprezzare;  è solo che siete noiosi e non sanno come fare per evitarvi. Stanno decidendo si partire tutti e lasciarvi a casa per Capodanno.

lunedì 24 dicembre 2012

L'oroscopo della Susi (l'unico oroscopo garantito) settimana dal 24/12 al 30/12

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Ariete

Neppure quest’anno gli alieni vi hanno salvato dal Natale che oltre al buon umore vi porterà via denaro, salute e  vi mancheranno pure i colleghi a cui voi, proprio,  non mancherete.

Toro

Non fate pronostici sui regali che riceverete, saranno speculari ai vostri, regali straccioni per gente stracciona come voi. E poi vi resteranno i piatti da lavare.

Gemelli

Neppure a mezzanotte del 25 qualcuno vi rivolgerà una sguardo di dolcezza, state raccogliendo i frutti di un anno in cui siete stati pessimi, non lamentatevi

Cancro

Inutile fingere mal di testa e influenza per sfuggire ai festeggiamenti, è sufficiente non vi presentiate, nessuno se ne accorgerà.

Leone

Il vostro bel gesto di devolvere in beneficienza i regali di Natale sarà accolto come merita: un sonoro vaffanculo.

Vergine

Se siete in cucina da due giorni e prevedete di non uscire per i prossimi dieci, bene; i vostri piatti saranno immangiabili, però tutti saranno grati di non avervi tra i piedi.

Bilancia
Sentite la malinconia del Natale? Bugiardi. E’ solo che vi siete pesati prima delle feste. Aspettate di farlo dopo e avvisate i parenti per il supporto di cui avrete bisogno.

Scorpione
Il Natale peggiore degli ultimi 20 anni. Ogni tanto qualche buona notizia arriva; per gli altri.

Sagittario
Vostra zia si ubriacherà anche quest’anno, quello che non sapete ancora è che vomiterà sulle vostre scarpe in suede

Capricorno
Per i nati del vostro segno, le feste spesso coincidono con il  compleanno, peccato perché ci sarà  poco da festeggiare. Anzi, nulla.

Aquario
 Quest’anno non lesinate come al solito sui regali; lasciate un buon ricordo, potrebbe essere l’ultima volta che i vostri parenti decidano di passare le feste con voi. Comprensibilmente

Pesci
Se non sapete ancora con chi passerete le feste, è solo perché nessuno vuole farvelo sapere, le passerete da soli, ve lo dico io.

domenica 16 dicembre 2012

L' oroscopo della Susi (l'unico oroscopo garantito) settimana dal 17/12 al 23/12 2012


Ariete
Non è l’ultima settimana prima di Natale, Natale dura fino al 15 gennaio quindi non fare lo snob, non si usa più, il cartone con l’abete finto che hai nascosto in cantina sa come trovarvi e lo farà. Sta già caricando i pallettoni.

Toro
Nessuno preparerà per te il torrone questa settimana, a nessuno verrà in mente di prepararti struffoli, panettoni, dolci di Natale o prelibatezze di alcun genere; fai la spesa o, in alternativa, adocchia la mensa della Caritas più prossima.

Gemelli
Anche se hai lanciato esche per tutto il mese dando informazioni su cosa ti piacerebbe ricevere per Natale, nessuno ha abboccato, quindi hai due possibilità: restituire i regali fatti da te e farti rimborsare, rendendoti conto di quanto sei spilorcio o aprire i regali che hai fatto e renderti conto di quanto sei stato spilorcio.

Cancro
Nessuno dei tuoi amici e dei tuoi familiari crede più a Babbo Natale, da te non si aspettano niente e naturalmente sperano che finalmente  tu abbia capito che non devi aspettarti nulla da loro. Di buono almeno. Prova con il volontariato.

Leone
Le tue agognate scarpe, quelle che ti eri ripromessa di regalarti per Natale, proprio quelle, in quel negozio là, sono state appena regalate a una donna molto più figa e intelligente di te. Le scarpe che avevi deciso di regalare alla tua fidanzata, non servono più, è scappata con il tuo socio.

Vergine
Il Calendario dell’Avvento dello scorso anno, non va bene per l’anno in corso, ma sei fortunato, i tuoi figli sono troppo stupidi per  accorgersene, del resto sono i tuoi figli.
Tra l’altro qualcuno deve pur dirti che le lucine di Natale che guardano estasiati, le vedono anche quando non è Natale; è ecstasy.

Bilancia
Il tuo guardaroba meriterebbe di essere rinnovato per le feste, ma tu no, sei invecchiato tantissimo in questo ultimo anno, tanto vale risparmiare quei soldi. E donarli a una  Onlus che si occupa di vite distrutte dall’alcool, ti tornerà utile.

Scorpione
Sarebbe più saggio disdire quella settimana bianca tanto agognata,  per qualcuno sarà l’osteoporosi  a non perdonare, gli altri sono notoriamente maldestri, tu rischi la frattura,  e poi che hai fatto di buono quest’anno per meritare una vacanza? Nulla, quindi resterai a casa. Solo.

Sagittario
I preparativi per il Natale ti distruggeranno, peccato perché potresti anche rilassarti, nessuno ha in programma di passare il Natale con te. Ma non te lo diranno per tempo, perché non sei nei pensieri di nessuno.

Capricorno
I bei ricordi che si affacciano nella settimana che precede il Natale, questa settimana non faranno capolino, sarai troppo occupato a consolare tuo fratello, che ti odia segretamente, o tua sorella che ti ha sempre odiato segretamente o il tuo amore, che ti odia senza farne un segreto.

Aquario
Tu scendi dalle stelle senza essere il re del cielo ma l’incantesimo è finito. Questa settimana scoprirai che quella sensazione di inadeguatezza al Natale che senti crescere è assolutamente in sintonia con la realtà, dentro di te e fuori di te c’è solo il vuoto.


Pesci
Prova a scongelare i tuoi buoni propositi, sono sempre gli stessi per ogni Natale e per questo Natale come per quelli passati, non riuscirai a mantenerli, almeno questa volta lo sai in anticipo.

venerdì 14 dicembre 2012

L'oroscopo 2013 della Susi (l'unico oroscopo garantito)

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Ariete: se state aspettando di liberarvi dall’opposizione di Saturno, sappiate che presto ve lo beccherete nei denti, non fatevi illusioni, questo sarà un altro anno di merda, neppure i Maya vi salveranno.

Toro: la vita è ingiusta, ma con voi sarà ancora più ingiusta perché nel 2013, la vostra vita aumenterà di due taglie, vostra madre scapperà con il vostro fidanzato e  il vostro fidanzato, poiché non tutto tende all’equilibrio,  avrà un anno magnifico.

Gemelli: Se non avete perso il lavoro, lo perderete,  abbiate fiducia, non avrete i soldi per riscaldare la vostra casa e neppure il vostro cane vi scalderà perché già dalla fine del 2012, sta pensando di abbandonarvi.

Cancro: per voi nulla di buono  in arrivo,  del resto con un segno così, che potete aspettarvi di buono? Nulla, neppure una buona ragione per lamentarvi.

Leone: Non avete mai brillato per intelligenza, ma quest’anno vi supererete, darete a vostro figlio la combinazione della cassaforte e lui spenderà i vostri soldi con la vostra ex amante, in compenso, voi ve lo meritate.

Vergine: Le vostre manie di perfezione quest’anno saranno soddisfatte, gli amici vi abbandoneranno, gli amori lo hanno già fatto, ammettelo,  e pure il gatto morirà.

Bilancia: siete vanesi e quest’anno farete i conti con l’universo: cedimento strutturale del tanto sudato aspetto fisico,  quello mentale non pervenuto, inutile contattare un chirurgo plastico, non potete permettervelo.

Scorpione:
La maledizione dei Maya si abbatterà, è ufficiale, particolarmente sui nati dello Scorpione, siete cattivi. Dovete soffrire. Non cercate fughe, i guai vi troveranno ovunque andiate.

Sagittario: Smettetela di sorridere alla vita, non ce n’è alcuna ragione, assicuratevi piuttosto che non vi abbiano già clonato il bancomat, craccato gli account e rubato la macchina, se non è successo, succederà, ma solo per Capodanno, poi le cose peggiorano.

Capricorno: la vostra proverbiale testa dura non vi servirà a schivare le mazzate che prenderete dalla vita, e pure da qualche creditore, uscite col casco, ma vi servirà a poco.

Aquario: Vi sentite tanto incompresi, invece siete solo sfigati,  ma  quest’anno per voi si apre l’era della disperazione, cercate una occupazione all’altezza della vostra, ormai conclamata, incapacità in ogni  ambito.

Pesci: Continuate pure a sognare, non vi resta molto altro da fare. Peggioramenti su tutti i fronti, dimenticavo, soffrirete d’insonnia e smetterete pure di sognare. Per curare l’insonnnia, vi indebiterete fino al collo.

martedì 2 ottobre 2012

presunzione di colpevolezza


(...)Quei tre ventenni al soldo della ‘ndrangheta, l’avevo deciso in quel momento, diventarono più sgradevoli con l’arrivo delle pietanze, continuavano a urlare e a conversare con la proprietaria che  si trovava oltre la sala, in prossimità dell’entrata, come se fossero gli unici clienti del ristorante e riuscirono a farmi desiderare una strage sul modello di Duisburg prima del dolce. Ora arriva qualcuno, li fa secchi e noi continuiamo a mangiare in pace.
Invece non arrivò nessuno. Ordinammo, mangiammo e uscimmo. Naturalmente pagammo anche.  Avrei voluto capire se i malavitosi, ormai ne ero convinta, avrebbero pagato o se erano già i proprietari del locale secondo il classico metodo, ti presto i soldi e poi siccome non puoi restituirmeli, me lo prendo io. Così guardai la signora oltre il bancone per capire ma non capii. E quei tre erano strani forte, assolutamente fuori fuoco nel diciassettesimo arrondissement.(...)

domenica 30 settembre 2012

Ordiniamo lo stesso.


(...)Salutai  Fred di Flash, e mi misi in silenzio alla ricerca di un posto dove mangiare.
 Non so se capita solo a me,  l’entusiasmo spesso riesce a rendermi triste. Mi fa sentire terribilmente sola, non mi contagia neanche un po’, vorrei solo dire: ma che cosa avrai mai da essere così eletttrizzato, così sorridente, così curioso? Che ci trovi di divertente?
Ma anche Pietro era così e devo ammettere che un po’ aiuta avere una persona che non è lamentosa vicino, aiuta, solo che la tristezza di una persona tendenzialmente di buon carattere e buon umore può essere devastante. Inattesa e tagliente. Pietro dopo la visita a Flash era diventato silenzioso.
-Cosa vuoi mangiare?
-Non so, non ho molta fame.
-Belle le moto di Fred!
-Sì belle, ma le tue sono più belle.
-Solo che loro hanno un marchio e una rete di vendita e promozione, nel settore sono conosciuti, io mi conosco da solo.
-Ordiniamo?
-Sì, ma non ho fame.
-Ordiniamo lo stesso.
E’ sempre un buon sistema mettere una persona infelice a tavola, un buon piatto mette di buon umore, almeno aiuta. (…)

giovedì 13 settembre 2012

Assange e Il Nescafè

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Ho un paio di convinzioni. Neppure troppo originali, ma le ho. Ad esempio che la vicenda Assange dimostra che le teorie del complotto sono quasi  sempre false, proprio perché la sua storia è l’eccezione che conferma la regola. Ricercato da tutte le polizie del mondo per aver stuprato e molestato (forse) una o (forse) due donne (e non per aver mostrato le mutande sporche di qualche super potenza?), che la pasta brisè pronta fa schifo (considerando che per prepararla ci vogliono davvero 5 minuti ma l’operazione richiede l’uso di ingredienti che sporcano troppi utensili) e che il capolavoro contemporaneo del marketing l’ha realizzato la Nestlè con le sue capsule del Nescafè. Il caffè che distribuiscono impacchettandolo e vendendolo con un packaging degno di Tiffany in negozi che sembrano Tiffany (“da Tiffany non può accaderti nulla di male", no?) alla fine ti convince che se non fai parte di quel club, non sei nessuno e che ci caschino i parigini io posso pure capirlo visto la qualità del caffè in commercio, ma che ci siano cascati pure gli italiani, lo capisco meno. E poi, l’illuminazione; quello di far parte di un club riservato agli iniziati (intensità 3, intensità 8 e amenità di cui si discute negli store Nescafé facendo la parte dei grandi intenditori con commesse che se la tirano come se fossero le designer di Tiffany N.Y, non le commesse) è solo il primo livello. La verità è che la capsula Nescafé ti fa sentire figo, ma soprattutto ti libera dall’obbligo di dover lavare la caffettiera (come per la pasta brisè) che poi il caffè sia orrendo e, considerando la qualità, costosissimo, è davvero secondario. Ne deduco che per un successo commerciale che sia tale la soddisfazione deve essere a più livelli,  devi sentirti parte di un club esclusivo ma soprattutto, non devi sporcare e lasciare la tua cucina sempre lucida  e pronta per uno spot.

lunedì 3 settembre 2012

c'era una volta la DDR






Ringrazio dio tutti i giorni per avermi resa libera da impegni  familiari da giovane, lo ringrazio per avermi resa libera da ogni tipo di impegno lavorativo e sociale, lo ringrazio tutto i giorni, la mattina presto e poi mi resta un sacco di tempo per continuare a farlo.
Ieri mi ha chiamato la mia maestra elementare, sì, la mia maestra elementare, sembra incredibile, ma era proprio lei.
-Ciao solo Francesca!
-Francesca chi?
-Francesca Berti, come non mi riconosci?
E certo io sto tutto il giorno a pensare a te, sono quarant’anni che penso a te mane e sera, neppure mi ricordavo di averla mai avuta una maestra delle elementari, neppure mi ricordo di esserci mai andata alle scuole elementari, anzi, ora mi ricordo brutta stronza, le avrei detto.
Invece le ho detto:
-Ciao Francesca, come stai?
Ma non c’è stato verso, era di me che voleva sapere, e come stai e che fai e dove lavori e di preciso di cosa ti occupi. Ma che ti frega, le avrei risposto. Invece ho risposto da brava bambina, inventando qua e là, perché non ero neppure del tutto sveglia e perché le domande erano troppo difficili. E mica mi sono scordata che mi hai fatto scrivere una pagina intera di: io vivo sulla luna, brutta strega, le avrei detto. Ma poi le ho detto: che bella sorpresa, che piacere sentirti.
Mah, mi detesto quando faccio quella carina, ma non lo faccio apposta è un riflesso condizionato. E poi se sparo baglio la mira, tanto.
Comunque ieri la giornata è cominciata così, è un avvenimento, una cosa da scrivere da far sapere, il mio riflesso di relazioni costruite nel tempo che dilata e illumina il presente.  Ma per piacere. Francesca Berti. Una matta, pure lei.
Che poi matta non vuol dire nulla, lo so, solo una maniera per descrivere qualcuno che non merita troppo tempo. Come me. Lo dico solo per non apparire megalomane, io merito più tempo e attenzione della Berti.
Che poi certe telefonate le capisci dopo, non sono telefonate ma interrogatori e lei lavora ancora per la Stasi. Senza mai essere stata comunista, per capacità di metodo.

martedì 21 agosto 2012

C'è la crisi: lamento libero.


Lo so che la questione è seria, non si tratta di percezione errata, il problema esiste, la crisi è reale, eppure i dialoghi tra le persone diventano ogni giorno più estenuanti e claustrofobici. Si parla solo di soldi. Di quanto costa questo e quello, di come fare per pagare meno quella cosa e quell’altra, di Imu, di assicurazioni e di mutui. Non è più crisi, è un pensiero ossessivo, è paura di vivere trasformata finalmente in qualcosa di concreto, condivisibile, socialmente accettato. E non risparmia nessuno, neppure chi proprio dovrebbe stare zitto, e sembra che tutti i pensionati abbiano dato sangue, reni e tutti gli organi quando lavoravano e tutti i commercianti non abbiano margini e lavorino per pagare le tasse, tutti i dipendenti siano sfruttati, derisi e, ovviamente, sottoutilizzati per meriti, capacità e competenze. Io non dico che non sia vero, potrebbe pure essere,  ma non si può lamentarsi sempre. E’ come se finalmente ogni frustrazione abbia trovato il suo sfogo condiviso. C’è la crisi;  lamento libero. Una cosa però mi colpisce (e sicuramente è causale e il risultato random poiché trattasi di un campione non rappresentativo); solo chi dovrebbe non si lamenta.

giovedì 16 agosto 2012

Occasioni perdute di felicità


Siccome l’anno inizia a settembre e non a gennaio, e si sa anche se si fa finta, questa volta mi porto avanti facendo una di quelle azioni da donna organizzata (cosa che per questa vita, tanto vale ammetterlo, non sarò mai) ovvero una lista di buoni propositi.
Dimagrire tre chili. Ma non sono sicura, ho un’età per cui mi cascherebbe la faccia e poi non è detto che dimagrisca dove vorrei, meglio un’aria di salute, quasi. Oppure dovrei consultare un chirurgo plastico per rimediare. No, vabbé, complicato, costoso e doloroso. Mi tengo i 3 chili.
Vado in palestra. Mmmmm. In palestra mi annoio, lo so che poi non ci vado. Faccio Yoga. Lo farei se non fosse che: fa subito carampana infelice. Preferisco esserlo senza la patente, ecco.
No davvero, una di quelle volte in cui ho avuto quel genere di cose che una volta si chiamavano esaurimenti nervosi, ho scoperto dopo vare ricerche serie e tentativi inutili di rialzarmi in piedi o almeno in ginocchio, che l’unica cosa che agisce fisiologicamente sull’umore e induce la felicità attraverso un’attivazione delle onde gamma, credo (ma potrei sbagliarmi sono passati anni e varie infelicità ma pure felicità, tiè) sono proprio la meditazione e lo yoga, vivendo all’epoca lontano da dio e dagli uomini e soprattutto con pochissima voglia di agire e sempre per il pregiudizio di cui sopra, non trovai un corso che facesse al caso mio e lasciai perdere. Ma mi è rimasto il dubbio che nel frattempo, tra tutti quei metodi adottati, quelle strategie inconcludenti, lo shopping compulsivo, e i corsi di ogni tipo e livello in cui, modestamente, spesso sapevo più del costosissimo insegnante, l’unica cosa che avrebbe equilibrato i raggi gamma (no, le onde gamma, mi sa) sarebbe stato proprio lo yoga e nel frattempo avrei un conto in banca decente e l’aria beata. 
Quindi rimedierò.
Poi dovrò smettere di fumare, ma l’ho fatto altre due volte quindi lo farò anche per la terza.
Poi dovrei riuscire a fare qualcosa che proprio non mi riesce più da tempo tranne quando sono altrove e ma non si può vivere viaggiando purtroppo, almeno non io.
Appassionarmi a qualcosa, profondamente, totalmente e provare a realizzarla. Se no, non si può proprio andare avanti. E no.

venerdì 3 agosto 2012

La valigia sul letto


La valigia non è pronta. La mia valigia non è mai pronta e poi riesco sempre a non portare le cose che mi servono, quindi, perché combattere? La temperatura che mi aspetta sarà terrificante come questa, la mia valigia sarà più leggera del solito. Il posto in cui vado sarà meno formale del posto in cui vivo, quindi potrò sfoggiare senza paura i miei abiti déchirées o anche solo impresentabili,  facendo finta di rispolverare la freackettona che c’è in me. Cose che mi servono: nessuna. Cose che non avrò e chi mi fanno stare in ansia: il wifi. Non so se ce la posso fare.
Nessun buon proposito per settembre, nessuno nessuno. Questo alleggerisce molto il peso delle vacanze. A settembre molto probabilmente non succederà nulla, non mi aspetta nessun esaltante progetto e la mia vita non cambierà. Suona benissimo. Non sono arrabbiata per questo, ma neppure contenta, non mi aspetto nulla di male e neppure di bene. Sarà la mia solita pasticciata vita. E’ bello avere certezze, ma ci si sente un po’ soli in questo rutilante mondo di vite fighissime, con vite sociali pazzesche e estati da sogno.  Approfittate delle vacanze per rilassarvi, voi e le vostre vite meravigliose; tanto non ci crede nessuno.

venerdì 27 luglio 2012

persone come Daisy (del Grande Gatsby)


Ci sono persone che sembrano scamparla sempre. Comunque vada per loro c’è un giubbotto di salvataggio pronto, una coperta morbida, tante scuse e pacche sulla spalla.  Ci sono fottute teste di cazzo costantemente risparmiate dal conto. Bruciano la casa e si mettono in salvo, con i vicini che portano loro cibo e conforto. Ci sono dannatissime teste di minchia che mandano treni in corsa verso il baratro e riescono sempre a scendere un minuto prima. Ci sono persone così, non tirate fuori per l’amor di dio storielle come quelle secondo cui non bisognerebbe mai giudicare la vita altrui perché sai, in fondo non puoi mai sapere come procede una vita se non è la tua perché, non è vero. Ci sono persone così. E non sono neppure poche. E vorrei solo sapere come cazzo fanno a non rimetterci mai niente, una ruga o una piega del vestito, neppure una minuscola goccia di sudore. Lasciando sempre e per sempre queste scocciature ad altri (…)

venerdì 20 luglio 2012

Tantum Rosa da bere


La pubblicità del Tantum Rosa è talmente imbarazzante (per chi l’ha concepita, realizzata e pagata) che mi ero persa il bollino: “Non bere”. No, dico, c’è qualcuno che beve bustine di Tantum Rosa?
E come se ne sono accorti? Qualcuno, un giorno (una tantum rosa) ha fatto causa all’azienda? Qualcuno ha tentato il suicidio con il Tantum Rosa? E io che credevo bastasse vestirsi di rosa per non sentire più quel “prurito intimo” che a me fa pensare a tutt’altro.
Oppure qualcuno l’ha scambiato per un viagra rosa da prendere una tantum e l’ha bevuto. Insomma qualche feedback l’azienda per mettere quel cazzo di bollino: “Non bere”, deve averlo avuto. Quanto vorrei sapere come è andata, quanto.

mercoledì 11 luglio 2012

Caldo e silenzio stampa


Per le strade c’è un silenzio lunare. Lo avverti da fuori, si trattiene il fiato prima di uscire. E poi si aspetta l’ondata di calore. Non si può neppure dire che l’ondata non arrivi. Fa caldo. Tutti lo dicono, tutti ne parlano. “Si muore oggi!”, diceva una vicina prima di entrare in casa. E sì. Condizioni climatiche estreme, signora mia. E’ tutto un’emergenza, allerta, allarme e poi ci sono gli spiritosoni che battezzano “le ondate di aria calda”, “le tempeste di calore”; Caronte, Minosse e poi l'altro non me lo ricordo, ma poi Minosse che c'entrava col caldo? Vorrei sentir parlar meno del caldo e poi è come per le ossessioni, passano solo quando e se cominci a pensarci di meno. Non ne parliamo più. Chiedo silenzio stampa sul caldo, sull'emergenza caldo, sull'allerta caldo e pure sull'allarme caldo. Scccccccc

martedì 10 luglio 2012

Camilleri è un genio, Carofiglio vice genio.


Sto vedendo The Wire. Chi se ne frega? No invece, è bello davvero. Ne vale la pena. E’ quel genere di cose che spazzano non dico i film italiani degli ultimi dieci anni ché neppure li prendo in considerazione, ma decenni di narrativa autonominatasi al nichel.
Guardando le serie tv americane si capisce che gli sceneggiatori sono lettori raffinati; Lost è pieno di citazioni e i detenuti di The Wire  leggono il Grande Gasby, ma gli autori contemporanei i serials americani li guardano? E allora come cazzo è che scrivono ancora di sole, cuore e amore e poliziotti buoni?
Dice; ma quella è l’egemonia culturale dell’ultimo ventennio, le esternazioni dalla stanza del dolore di Vasco Rossi sono l’apice dell’avanguardia culturale. Camilleri è un genio, Carofiglio vice genio.
Wu Ming vende 3000 copie. Wu Ming? Allora io non posso neppure lamentarmi. Dalle pagine di Facebook le case editrici ormai chiedono di tutto, cose vorresti da un libro, cosa faresti leggere a tuo figlio dei libri che hai letto da bambino? Così in un  colpo risparmiano le indagini di mercato e se tutto va bene pure i diritti d’autore; il risparmio è tutto. E poi questi autori, non solo li pubblichiamo e non li vendiamo, si lamentano pure. Affidiamoci ai classici.
Non è che non si legge più, è che non è più divertente perché non si impara più niente.

giovedì 5 luglio 2012

Stratford



-Domani vai Stratford, c’è un coso, un negozio, una specie di Ikea dell’abbigliamento, Primark, e mi compri i pantaloni per il lavoro, costano cinque sterline.
-Ma, non possiamo andare insieme, domani, quando finisci di lavorare?
-No,  non voglio andarci, vacci tu, non hai niente da fare domani, e comprami pure le calze, poi, vicino, ci dovrebbe essere un’ikea dei profumi, comprarmi il mio deodorante, che da Tesco non lo trovo più.
 -L’unica cosa che ricordo di Stratford è che è meglio non andarci.
Silenzio.
Ma sono informazioni di un’altra vita e comunque ci vado, lui lo sa che ci sarei andata. Invece di trovare la stazione di metropolitana di Mile End mi ritrovo a Limehouse e non sono più a una fermata da Stratford e non so dove andare, chiedo e mi ritrovo a Canary Warlf, non so come, né perché ma incrocio la Jubilee line e arrivo a Stratford.
Olimpic Park, leggo da qualche parte. Ah ecco, forse per questo è diversa da come la ricordo. Ma come la ricordo? No, non la ricordo, cose che si leggono, si sentono: a Stratford meglio non andarci, come a Mile End, dove ora vivi tu. Non è male Mile End, cioè dietro casa tua c’è un canale, con i cigni, un parco, un po’ trascurato per gli standard londinesi, ma c’è un parco e poi quelle casette tutte uguali e brutte, eh sì, decisamente brutte, ma ordinate e con quei cassonetti verdi e viola,  hanno gusto i londinesi,  non ho mai visto cassonetti verdi abbinati a quelli viola, bisogna avere un certo senso estetico, dai. E poi non c’è un negozio appena ti allontani dalla stazione della metropolitana. Mi immagino cosa doveva essere negli anni ’80. Un quartiere di operai sopravvissuto alla rivoluzione industriale? E ora, tu che ci fai lì? Abiti in uno dei due unici edifici a più piani in quel quartiere di casette basse e dalla tua finestra io vedo  i grattacieli di Londra, la sera è bellissimo, le casette scompaiono e la City è lì. Ma non sei un tipo da City of London, non lo sei mai stato. Perché poi?

Non ho trovato nulla a Stratford che somigli a un posto, l’unico, mi avevi detto, in cui  ci fosse un negozio di vestiti a poco prezzo. Stratford è un casino di negozi a poco prezzo a tanto prezzo, Stratford è un negozio grande quanto una metropoli, è il centro commerciale più grande che abbia mai visto, dove li trovo i tuoi pantaloni, proprio quelli, a 5 sterline?

Quand’è che sei diventato così ermetico? Quando ha cominciato a divertirti dicendo le cose come se fossi il depositario di un segreto di stato irripetibile? Quando? E fa freddo e non ho vestiti adatti.
-Non potevi vedere il meteo prima di partire?
-Ti costava dirmi che faceva freddo anche se è giugno e a casa ci sono 40 gradi?
Sei raffreddato, mi spiace, ma non del tutto. Sei molto raffreddato. Così impari.
Un po’ te lo meriti di soffrire, tutte le persone a cui piace soffrire, in generale, se lo meritano. Io non mi merito di stare qui a Stratford a cercare Primark, quel Primark, proprio quello, in un mare di Primark diversamente detti, nel centro commerciale più grande d’Europa, perché ora mi ricordo, questo è diventato Stratford e tu non me l’avevi detto. A volte sembra che tu abbia sempre vissuto lì invece che in quel paese pulcioso e microscopico, non posso credere che tu mi dica vai lì e poi trovi Primark come se mi dicessi, all’angolo di Pulcilandia trovi un negozio di alimentari. Perché tu ci conti sul fatto che io vado, vedo e vinco. Sono le tue sfide del cazzo. So che puoi farcela, perché sprecare parole? Perché così fanno le persone che ti vogliono bene, cercano di aiutarti, soprattutto se devono fare qualcosa che aiuti te.

Ci arrivo da Primark, ci arrivo. Il reparto uomo è al piano interrato ma non un piano interrato come un piano interrato, è una immensa piazza fatta a piano interrato. Ti odio sempre di più.  
Ho trovato i tuoi pantaloni, costavano dieci sterline, non cinque. Con le calze è stato più facile, 2 sterline al mazzo e poi, dopo il primo lavaggio, cosa ne fai?
-Non pensi mai che se la roba costa così poco. qualcuno ci rimette?
-E cosa dovrei fare, spendere di più per solidarietà?
-Non lo so, ma qualcosa secondo me si può fare.
Silenzio.
Non trovo le casse, solo vie d’uscita, allora chiedo, il commesso mi guarda un po’ stupito e me le indica. Non c’era Primark l’ultima volta che io ero a Londra e nessuno mi ci ha mandato o non me lo ricordo, insomma, devo sapere per forza  dove sono le casse?
Effettivamente sono una esperienza a parte. Anzi è lì che comincia. La fila per le casse da Primark è una serpentina infinita, un cliente distratto potrebbe scoraggiarsi, ma poi si accorge che scorre e che lo shopping deve ancora cominciare.
Infatti compro un turbante viola di spugna che non so a cosa serva e dei bigodini autoreggenti (sì, come le calze) che non userò mai perché non ho mai usato i bigodini in vita mia, ma costano una sterlina. E un piegaciglia che non so usare e anche un gloss, quello magari lo uso, ma ne ho una quantità sufficiente per tutte le ragazze di Londra. Ma costa una sterlina. E un mascara che non userò perché il mascara scadente mi fa lacrimare gli occhi. Ma costa una sterlina. E alla fine della fila ho speso molto di più  di quando ho deciso di pagare e capisco che era così che doveva andare, la noia, l’attesa, la folla che ti da l’impressione che se non compri ti perdi qualcosa e poi, costa una sterlina. Effettivamente se fossi venuto con me, non mi sarei divertita tanto.

Su facebook un mio “amico” descrive l’emozione provata nel rivedere la figlia dopo una separazione di 10 giorni, la prima separazione da quando è arrivata. E parla anche dell’emozione della figlia nel rivederlo. Racconta sempre dell'amore per la sua bambina, senza essere stucchevole. Rimpiango di essere stata troppo giovane e troppo preoccupata per sentire che l’amore tra di noi meritava di essere nutrito e accudito prima di ogni altra cosa e di  non aver mai considerato me una mamma (e una persona) degna della massima attenzione.  Per questo quando mi accorgo che sei strano penso che un po’ sei mio figlio e un po’  sei il risultato della nostra solitudine bambina e di tutto quel dolore di me e di te quando eri bambino, quello ingoiato e quello mai spiegato, sospeso, quello che hai intravisto in me, che io intravedo in te. Come un lampo.

mercoledì 15 febbraio 2012

il senso del marketing per la paura.

ho un po' di dubbi sul senso del giusto e non giusto.  Per esempio, perché è sempre giusto quello che ci riguarda (conviene)? E' come se trovassimo sempre una via di fuga, per noi e per chi ci piace. Come allo stadio. Appunto il tifo, sembra non si riesca mai a uscire da questo tipo di logica, le ideologie sono finite, le religioni non danno risposte, ma il partito preso resiste.
A circa cinque anni ho capito che pretendere giustizia è una azione da disperati. La giustizia è un concetto astratto, pure nei tribunali, quando funzionano (e quando funzionano?) è sempre un compromesso, eppure non ne possiamo fare a meno, non possiamo fare a meno di essere dalla parte dei giusti.  Perché dove siamo noi, è il posto dei giusti, no? Gli argomenti sono sempre gli stessi;  no, perchè non è giusto e si stava meglio quando si stava peggio e persino nello sproloqui di Celentano ho sentito che negli anni sessanta si viveva bene. Sarà. La giustizia e la nostalgia, non esiste altro, chissà se qualcuno si accorgerà pure che c'è di mezzo  il  marketing. Tutto appare più bello se non c'è più. Anche se non era poi tutta 'sta cosa quando c'era. Ma ecco che divago, per esempio non è giusto che il venditore ambulante non  ci faccia lo scontrino, ma se affittiamo la nostra seconda, terza, quarta casa per le vacanze, e neppure ci passa per la testa di denunciarlo al fisco, questo non rende noi degli evasori, noi siamo giusti. Tutti sbagliano, tranne noi. Qualcuno che ci darà ragione lo troveremo sempre. I nostri figli non sono mai troppo coccolati, sono gli altri che non li capiscono. Il nostro lavoro non è mai scadente, sono gli altri che sono degli incompetenti. Beh certo, qualche volta è pure vero. E' che bisognerebbe capire che tutto, sbagli, incompetenze, fanno parte del gioco eterno dell'esistere. Risposte sicure non ce ne sono davvero, tutti facciamo più o meno del nostro meglio e la vera spinta dell'universo non è l'amore, ma la paura. Di non vedere prevalere le nostre ragioni, di essere abbandonati, di morire soli e non essere amati. Tutta la vita si riduce a questo eterno circo. Io sono buono e tu non capisci. facciamo così, facciamo che siamo buoni tutti e due e che le cose sono complicate, che cerco di capire e se tu non lo capisci, pazienza. facciamo che non tutto è una gara a chi l'aveva detto, pensato, voluto e compreso prima, facciamo che ognuno fa del suo meglio e che spesso, non è granché. Facciamo che siamo puntini nell'universo e che pure di questo post si  poteva fare a meno.

lunedì 23 gennaio 2012

top five

forse ci sono (con la nuova storia intendo) e siccome ascolto musica quando scrivo, ho pensato anche alla  top five per il mio funerale (porta bene)

1) Forbidden colors, D. Sylvian
2)Direzione ostinata e contraria, De André
3) Le vents nous portera, Noir Désir
4)Ashes to Ashes, David Bowie
5)Pride, U2

Ma ho tutto il tempo per cambiare idea e la mia storia è divertente, non cominciamo a criticare...





Non ho scuse

sono seduta su una comoda sedia Miller, quella dei telefilm, ho davati a me un portatile Apple, perché questo è l'hanno in cui mi sono convertita al marchio (in realtà il computer non è mio, ma sono convintissima ugualmente), ho davati a me una bella vista in una giornata di sole, con  me ci sono solo due gatte che dormono e non ho più scuse. Devo cominciare.
A proposito di cominciare o ricominciare con un libro, ho parlato con Pupa (Coming out, Nutrimenti) oggi, anche lei totalmente incapace di ricominciare a scrivere se non le solite quotidiane cazzate come me, e io,  che sono bravissima nella teoria, le ho detto che a parte i dispiaceri, a parte tutto quello che potevamo fare meglio e non abbiamo fatto, è ora di ricominciare. Questo è il giorno in cui comincerò a scrivere il mio prossimo libro. Dai Pupa, io vado avanti ma tu, seguimi.

Su questo blog gli aggiornamenti sulla lavorazione.

mercoledì 18 gennaio 2012

Argomenti che riempiono pagine

attraverso la pagina fb di Saturno mi sono imbattuta in una questione: gli scrittori stranieri italofoni non vincono premi, non solo, verso gli scrittori stranieri esiste uno strisciante razzismo per cui a loro non viene riconosciuta cittadinanza letteraria. A parte la considerazione facile secondo cui non si può mai parlare di letterature senza polemiche (un po' come per il festival di Sanremo...) mi sono letta diligentemente l'intervento prima di Padoan e poi di Scego come mi aveva invitato a fare Valeria Fiume della redazione di Saturno. Lo so che è complicato trattare questi argomenti senza essere fraintesi, ma ci proverò lo stesso. A me non pare una questione di cittadinanza letteraria, mi pare un problema  legato al sistema editoriale e non c'è da parte mia alcuna critica al sistema, non avrei titoli, ma solo una personalissima analisi;  funziona il personaggio e funziona quanto e più disposto ad alimentare o a fomentare polemiche. A dividere, si usa dire. Perché la regola secondo cui siamo un paese di tifosi vale anche per il mercato editoriale. Così non si può essere dalla parte giusta senza definire la lettura degli scrittori italofoni stranieri grandiosa tout court. Come se rappresentassero genere a parte e più si soffia su questo tipo di argomenti, più diventano ovviamente, genere a parte. Ci sono scrittori italofoni stranieri bravi (Igiaba Scego lo è e come lei molti altri) e ve ne sono altri che pubblicano perché stranieri, ovvero perché  personaggi. Potrei fare i nomi, ma non ho voglia di farmi nemici perché tutti (o quei pochi che seguono le uscite dei libri) sanno chi sono. E questo vale per gli scrittori italiani in generale, dove io ambirei si autoiscrivessero senza attendere patenti. Ornela Vorpsi, che sempre viene citata in questo genere di articoli, ha scritto due libri (uno l'ho letto e mi è  piaciuto, il primo) esilissimi, ma davvero qualcuno crede che Einaudi avrebbe pubblicato quella storia o meglio, una storia di quel tipo, se non fosse stata prima pubblicata da Actes Sud? Paradossalmente, mentre Ornela Vorpsi è facile trovarla in tutte le librerie italiane, sarà un caso, ma a me non è mai capitato di vedere un suo libro in una libreria parigina. Pur essendo conosciuta per essere la scrittrice albanese, che scrive in italiano ma vive in Francia, paese del suo primo editore. Questo tipo di "fortuna" (non so onestamente quanto l'essere citati negli articoli corrisponda a una fortuna nelle vendite) ha lo stesso  tipo di casualità che è possibile applicare per la fortuna di un autore italiano, a volte un bravo autore pubbica e ha successo, a volte no. A volte l'autore coincide con  il personaggio, a volte no. Non c'entra nulla il razzismo editoriale. C'entrano molte altre cose, ma non il razzismo editoriale. Sono solo argomenti per riempire pagine.

venerdì 13 gennaio 2012

Copertine in crisi

Non credevo che l'avrei detto, ma le librerie sono diventate dei luoghi tristi, a Parigi mi sono resa conto che sono frequentate solo da over quaranta, in grande maggioranza donne, quindi  faccio parte di una nicchia. Non è l'essere di nicchia che mi preoccupa ovviamente, ma il non essermene accorta per tempo. Ora, potrei scomodare tutte le teorie secondo le quali il libro non cesserà mai di esercitare il suo potere seduttivo, se non altro perché non ha bisogno di corrente elettrica per essere alimentato. Sì, va bene. Ma voglio davvero difendere il libro? No, perchè io pure preferisco scegliere da un catalogo online e trovare i miei titoli da caricare direttamente sul lettore.

Durante le feste sono entrata in una Feltrinelli, ho comprato il nuovo libro (non è proprio nuovo ma non l'avevo ancora comprato) di Nicole Krauss, avevo intenzione di comprarlo e l'ho fatto poi ho cercato di farmi convincere dalle facce dei libri esposti. Ho avuto una sensazione di cricche pure sugli scaffali, nulla a che vedere con "qui è tutto un magna magna",  niente fraintendimenti, è che ho trovato come delle cordate da scaffale: c'erano gli autori americani di moda, c'erano gli editor italiani, che sono gli stessi che pubblicano gli autori americani di moda (insieme al libro della Bignardi...vai a capire), poi c'erano i libri dei "televisivi" o dei  "personaggi", quelli che non riesci a capire se è venuto prima il libro o la tv.
Nulla di strano, il mercato editoriale, dicono i bene informati, è talmente ai minimi termini, che un televisivo permette di pubblicare dieci bravi. Meglio così.

Quello che ho trovato veramente  strana è la nuova bruttezza dei libri, non mi riferisco ai contenuti; ho uno strano modo di scegliere e acquistare che  certamente fa riferimento alle mie irrefrenabili spinte ribelli e infantili; non compro mai ciò di cui si parla bene, ciò che vende troppo, ciò che dovrei comprare e se lo faccio,  lo faccio dopo molto tempo, naturalmente spesso sbaglio, no, non spesso se devo essere sincera, ogni tanto.

Il libro della Krauss per esempio ha una copertina orrenda, ma per trovare una copertina convincente ho dovuto lottare, ho capito che se un autore ha un nome la copertina è in automatico brutta, se il nome non ce l'ha, deve avere la fortuna di essere pubblicato da Einaudi (in primis per farselo e in secundis per avere una veste grafica mediamente accettabile). Ora non ditememi che pure per copertine è colpa la crisi. Solo Neri Pozza si è sottratta al mio sconforto, anche la scelta delle proposte mi è sembrata più ricercata. Secondo me si può fare una lettura della realtà attraverso la crisi. E' diventata la giustificazione di ogni mancanza di buon gusto e buon senso e non si sottraggono neppure i libri, ovviamente.


Hemingway è lì per esegnalare che anche gli altri sono libri?