martedì 2 ottobre 2012

presunzione di colpevolezza


(...)Quei tre ventenni al soldo della ‘ndrangheta, l’avevo deciso in quel momento, diventarono più sgradevoli con l’arrivo delle pietanze, continuavano a urlare e a conversare con la proprietaria che  si trovava oltre la sala, in prossimità dell’entrata, come se fossero gli unici clienti del ristorante e riuscirono a farmi desiderare una strage sul modello di Duisburg prima del dolce. Ora arriva qualcuno, li fa secchi e noi continuiamo a mangiare in pace.
Invece non arrivò nessuno. Ordinammo, mangiammo e uscimmo. Naturalmente pagammo anche.  Avrei voluto capire se i malavitosi, ormai ne ero convinta, avrebbero pagato o se erano già i proprietari del locale secondo il classico metodo, ti presto i soldi e poi siccome non puoi restituirmeli, me lo prendo io. Così guardai la signora oltre il bancone per capire ma non capii. E quei tre erano strani forte, assolutamente fuori fuoco nel diciassettesimo arrondissement.(...)