martedì 4 ottobre 2011

'A l'ancienne

I Parigini bobos, quarantenni per lo più, hanno 4 fissazioni; la caraffa Brita, il bollitore elettrico Rowenta e la poubelle grande, grandissima (anche 50 litri) possibilmente di un design hi tech, sicuramente da esibire al centro della cucina


e poi il cibo biologico.
Loro vedono il marchio bio e non capiscono più niente, comprano. Ora c'è un nuovo genere di boutique che fa affari d'oro, sono quelle che vendono olio alla spina, ehm non credo si dica "alla spina" per l'olio, ma comunque...Questi oli hanno i nomi più fantasiosi, nello stesso spazio si trova sale di ogni tipo (da non credere che ci siano tanti tipi di sale al mondo, infatti non ci credo, sale rosa, alla violetta e dei mari Cheneppureimmagini e anche spezie alla moda. Perché ci sono anche le spezie alla moda, eh!)
Effettivamente si tratta di negozi suggestivi, tutti costruiti intorno al concetto dell'antico e del bel mondo bucolico di cui i parigini, evidentemente, sentono un gran bisogno e una grande nostalgia. A pensarci bene questo tipo di negozi, hanno lo stesso registro seduttivo di certi film; le petit Nicolas, il favoloso mondo di Amelie, la nostalgia per il piccolo mondo perduto (che mai nessuno ha visto e davvero conosciuto). Scrivono sulle lavagnette "à l'ancienne" e vendono il nulla, che costa carissimo.

6 commenti:

  1. Si trovano negozi del genere anche a Firenze, ma sono troppo spiantata anche solo per avvicinarmi a curiosare. Il sale rosa delle isole Vergini (o di altro luogo ameno) ogni tanto mi viene propinato dagli amici più slow food friendly. Io 'ste cose non le apprezzo "pennulla" e spesso mi fanno anche ridere di gusto, con conseguente irritazione dell'amico di turno che è stato tre ore a illustrarmi i "sali" colorati.
    PS poco romantico, ma è più forte di me, lo devo di': Amelie aveva turbe psichiche, il suo mondo favoloso è il delirio di una pazza... i nani in viaggio, ma ti rendi conto? Dai.

    RispondiElimina
  2. ahahahahahahahahaha, ne parlavavo con una mia amica che la pensa come te, io ho un'altra teoria; è una favola neppure tanto moderna.

    RispondiElimina
  3. siete uno spasso voi due!!!! sorrido malgrado sia autunno :)

    RispondiElimina
  4. e non sei neppure a singapore...

    RispondiElimina
  5. Susi, scusa, hai riaperto un nuovo blog da qualche altra parte ? (commento polemico :)

    RispondiElimina
  6. Ricordo un mentecatto francese che, quando vivevo a Bruxelles, prendeva il Thalis per andare a Parigi appositamente per andare a comprare del sale dell'himalaya che vendevano in un negozio di quelli come descrivi qui.

    Mi faceva un po' ridere e un po' pena.

    RispondiElimina