mercoledì 18 gennaio 2012

Argomenti che riempiono pagine

attraverso la pagina fb di Saturno mi sono imbattuta in una questione: gli scrittori stranieri italofoni non vincono premi, non solo, verso gli scrittori stranieri esiste uno strisciante razzismo per cui a loro non viene riconosciuta cittadinanza letteraria. A parte la considerazione facile secondo cui non si può mai parlare di letterature senza polemiche (un po' come per il festival di Sanremo...) mi sono letta diligentemente l'intervento prima di Padoan e poi di Scego come mi aveva invitato a fare Valeria Fiume della redazione di Saturno. Lo so che è complicato trattare questi argomenti senza essere fraintesi, ma ci proverò lo stesso. A me non pare una questione di cittadinanza letteraria, mi pare un problema  legato al sistema editoriale e non c'è da parte mia alcuna critica al sistema, non avrei titoli, ma solo una personalissima analisi;  funziona il personaggio e funziona quanto e più disposto ad alimentare o a fomentare polemiche. A dividere, si usa dire. Perché la regola secondo cui siamo un paese di tifosi vale anche per il mercato editoriale. Così non si può essere dalla parte giusta senza definire la lettura degli scrittori italofoni stranieri grandiosa tout court. Come se rappresentassero genere a parte e più si soffia su questo tipo di argomenti, più diventano ovviamente, genere a parte. Ci sono scrittori italofoni stranieri bravi (Igiaba Scego lo è e come lei molti altri) e ve ne sono altri che pubblicano perché stranieri, ovvero perché  personaggi. Potrei fare i nomi, ma non ho voglia di farmi nemici perché tutti (o quei pochi che seguono le uscite dei libri) sanno chi sono. E questo vale per gli scrittori italiani in generale, dove io ambirei si autoiscrivessero senza attendere patenti. Ornela Vorpsi, che sempre viene citata in questo genere di articoli, ha scritto due libri (uno l'ho letto e mi è  piaciuto, il primo) esilissimi, ma davvero qualcuno crede che Einaudi avrebbe pubblicato quella storia o meglio, una storia di quel tipo, se non fosse stata prima pubblicata da Actes Sud? Paradossalmente, mentre Ornela Vorpsi è facile trovarla in tutte le librerie italiane, sarà un caso, ma a me non è mai capitato di vedere un suo libro in una libreria parigina. Pur essendo conosciuta per essere la scrittrice albanese, che scrive in italiano ma vive in Francia, paese del suo primo editore. Questo tipo di "fortuna" (non so onestamente quanto l'essere citati negli articoli corrisponda a una fortuna nelle vendite) ha lo stesso  tipo di casualità che è possibile applicare per la fortuna di un autore italiano, a volte un bravo autore pubbica e ha successo, a volte no. A volte l'autore coincide con  il personaggio, a volte no. Non c'entra nulla il razzismo editoriale. C'entrano molte altre cose, ma non il razzismo editoriale. Sono solo argomenti per riempire pagine.

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