martedì 10 luglio 2012

Camilleri è un genio, Carofiglio vice genio.


Sto vedendo The Wire. Chi se ne frega? No invece, è bello davvero. Ne vale la pena. E’ quel genere di cose che spazzano non dico i film italiani degli ultimi dieci anni ché neppure li prendo in considerazione, ma decenni di narrativa autonominatasi al nichel.
Guardando le serie tv americane si capisce che gli sceneggiatori sono lettori raffinati; Lost è pieno di citazioni e i detenuti di The Wire  leggono il Grande Gasby, ma gli autori contemporanei i serials americani li guardano? E allora come cazzo è che scrivono ancora di sole, cuore e amore e poliziotti buoni?
Dice; ma quella è l’egemonia culturale dell’ultimo ventennio, le esternazioni dalla stanza del dolore di Vasco Rossi sono l’apice dell’avanguardia culturale. Camilleri è un genio, Carofiglio vice genio.
Wu Ming vende 3000 copie. Wu Ming? Allora io non posso neppure lamentarmi. Dalle pagine di Facebook le case editrici ormai chiedono di tutto, cose vorresti da un libro, cosa faresti leggere a tuo figlio dei libri che hai letto da bambino? Così in un  colpo risparmiano le indagini di mercato e se tutto va bene pure i diritti d’autore; il risparmio è tutto. E poi questi autori, non solo li pubblichiamo e non li vendiamo, si lamentano pure. Affidiamoci ai classici.
Non è che non si legge più, è che non è più divertente perché non si impara più niente.

Nessun commento:

Posta un commento