giovedì 16 agosto 2012

Occasioni perdute di felicità


Siccome l’anno inizia a settembre e non a gennaio, e si sa anche se si fa finta, questa volta mi porto avanti facendo una di quelle azioni da donna organizzata (cosa che per questa vita, tanto vale ammetterlo, non sarò mai) ovvero una lista di buoni propositi.
Dimagrire tre chili. Ma non sono sicura, ho un’età per cui mi cascherebbe la faccia e poi non è detto che dimagrisca dove vorrei, meglio un’aria di salute, quasi. Oppure dovrei consultare un chirurgo plastico per rimediare. No, vabbé, complicato, costoso e doloroso. Mi tengo i 3 chili.
Vado in palestra. Mmmmm. In palestra mi annoio, lo so che poi non ci vado. Faccio Yoga. Lo farei se non fosse che: fa subito carampana infelice. Preferisco esserlo senza la patente, ecco.
No davvero, una di quelle volte in cui ho avuto quel genere di cose che una volta si chiamavano esaurimenti nervosi, ho scoperto dopo vare ricerche serie e tentativi inutili di rialzarmi in piedi o almeno in ginocchio, che l’unica cosa che agisce fisiologicamente sull’umore e induce la felicità attraverso un’attivazione delle onde gamma, credo (ma potrei sbagliarmi sono passati anni e varie infelicità ma pure felicità, tiè) sono proprio la meditazione e lo yoga, vivendo all’epoca lontano da dio e dagli uomini e soprattutto con pochissima voglia di agire e sempre per il pregiudizio di cui sopra, non trovai un corso che facesse al caso mio e lasciai perdere. Ma mi è rimasto il dubbio che nel frattempo, tra tutti quei metodi adottati, quelle strategie inconcludenti, lo shopping compulsivo, e i corsi di ogni tipo e livello in cui, modestamente, spesso sapevo più del costosissimo insegnante, l’unica cosa che avrebbe equilibrato i raggi gamma (no, le onde gamma, mi sa) sarebbe stato proprio lo yoga e nel frattempo avrei un conto in banca decente e l’aria beata. 
Quindi rimedierò.
Poi dovrò smettere di fumare, ma l’ho fatto altre due volte quindi lo farò anche per la terza.
Poi dovrei riuscire a fare qualcosa che proprio non mi riesce più da tempo tranne quando sono altrove e ma non si può vivere viaggiando purtroppo, almeno non io.
Appassionarmi a qualcosa, profondamente, totalmente e provare a realizzarla. Se no, non si può proprio andare avanti. E no.

3 commenti:

  1. Susi carissima, fammi sapere come va con la meditazione. A settembre proverò anche io a meditare, mi sono iscritta a un gruppo che lo fa frequentato da gente che conosco che mi hanno parlato della pratica come di una panacea, ma finché non provo non credo. Ho i sintomi psicosomatici da attenuare, due cose circoscritte, forse tre. Per il resto del post mi trovo in sintonia. Anche io non riesco più ad appassionarmi a cose e persone, troppa esperienza e troppe tranvate, credo. E anche io sto bene solo quando mi allontano dalle dinamiche consuete.

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  2. la meditazione la escludo proprio gatta, tutte le volte che ci ho provato mi sono addormentata...ci vuole disciplina, dicono...Al massimo proverò con lo yoga, ma non posso prometterti niente :D

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  3. Santo cielo, non riesco ad avere un'opinione affidabile sulla meditazione. Le persone entusiaste che conosco sono tutte invasate e non credo al loro entusiasmo... Comunque da quando ho i sintomi psicosomatici, o meglio: da quando lo dico in giro, mi sono state proposte cose fuori di testa, tipo la terapia con gli angeli, sì, proprio le entità con le ali sulla schiena. Capisci, io ho difficoltà a deglutire e mi dicono di fare la terapia angelica... Poi una diventa cinica.. per forza...

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