(...)
“Mi dà anche quegli sfilatini signora?”
“Sì certo, guardi, questi li facciamo noi.”
“Perché, questo non è un forno?”
“Certo signora è un forno, perché?”
“No, dico, immagino che in un forno sia normale che il pane
sia fatto…in casa, ecco.”
“Sì ma questo è pane speciale, una miscela di farina di
cereali che noi compriamo così e impastiamo.”
Va bene signora, chi se ne frega, vorrei dirle, e perché
lavorate miscele di farine di cereali integrali già pronte? Invece le dico:
“Ah, bene!”. E poi torno a casa. Ho tutto quello che mi serve adesso, anche quello
che non mi serve, come una camicia da notte avorio nel cassetto.
Tutte le volte che l’ho indossata, fatta scivolare,
stropicciata, accarezzata. Non è una camicia da notte come le altre, sono io
quegli anni. Era le notti in cui mi teneva al fresco, mi prometteva amore. Quelle
cose. Che poi finiscono e te le dimentichi, per fortuna te le dimentichi. Così
almeno dormi.(...)
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