giovedì 20 giugno 2013

la camicia da notte avorio

 
Non trovo giusto che le cose continuino ad esistere anche quando noi non ci siamo, anche quando le abbandoniamo. Dovrebbero sparire come spariscono alla nostra vista e se non si può fare con le persone, dovrebbe essere così almeno con le cose. Invece loro restano lì, dove le hai lasciate e anche se te le eri scordate, loro non si sono scordate di te e ti aspettano.
Certo ci sono gli incendi, i terremoti, le guerre e le devastazioni. Ma la statistica protegge la maggior parte delle nostre cose. E aveva protetto la mia camicia da notte, quella lunga fino alla caviglia, di raso pesante avorio, con lo scollo a vu e senza maniche, taglio impero e leziosa, ma non troppo. Che quando la indossavo sentivo la carezza sulla pelle e qualcuno che mi sussurrava nell’orecchio: “wooow”, anche se non c’era nessuno, anche quando non c’era nessuno. (...)

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