Non trovo giusto che le cose continuino ad esistere anche
quando noi non ci siamo, anche quando le abbandoniamo. Dovrebbero sparire come
spariscono alla nostra vista e se non si può fare con le persone, dovrebbe
essere così almeno con le cose. Invece loro restano lì, dove le hai lasciate e
anche se te le eri scordate, loro non si sono scordate di te e ti aspettano.
Certo ci sono gli incendi, i terremoti, le guerre e le
devastazioni. Ma la statistica protegge la maggior parte delle nostre cose. E
aveva protetto la mia camicia da notte, quella lunga fino alla caviglia, di
raso pesante avorio, con lo scollo a vu e senza maniche, taglio impero e
leziosa, ma non troppo. Che quando la indossavo sentivo la carezza sulla pelle
e qualcuno che mi sussurrava nell’orecchio: “wooow”, anche se non c’era nessuno,
anche quando non c’era nessuno. (...)
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