(...)Mi guardo intorno piano, come se potessi rimediare uno
schiaffo per ogni oggetto identificato che avevo dimenticato. Vorrei andare via
e non mi sono neppure tolta le scarpe.
Faccio la prova per vedere se c’è polvere con il dito sul
comodino, ma non ce n’è un solo granello, è come se tutto fosse stato
conservato in atmosfera modificata, sottovuoto. In un buco spaziotemporale
pronto risucchiarmi per vendicarsi dell’abbandono. Ma non sono un tipo facilmente
impressionabile, ho fame e non devo neppure rimettermi le scarpe per
uscire. (...)
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