martedì 21 gennaio 2014

Donna misteriosa sui tetti de La Samaritaine


(...)Ho bisogno di antibiotici, la febbre non passa e la gola fa molto male, so quale antibiotico dovrei prendere e con molta fatica raggiungo la farmacia, Parigi è piena di farmacie, non so perché ma non resterete mai senza farmacia a Parigi, resterete senza farmaci. Impossibile convincere un farmacista parigino a darvi un antibiotico senza ricetta, ah ma è giusto, pensate, lo so. Invece  no, perché io sto per morire o almeno così mi sembra, so cosa prendere e devo prima trovare un medico per avere i miei farmaci. E’ il farmacista stesso a indicarmi un medico, lo trovo, mi visita che sto per dare l’anima a dio ma alla fine mi prescrive l’antibiotico che avevo chiesto al farmacista,  insieme al Doliprane che tanto non prenderò. Nello studio medico c’è una scritta a mano su un foglio A4: "Pas de subscription de Subutex et de Ronypnol". E quindi il farmacista deve avermi scambiato per una che si fa di Augmentin. Ma si trova ancora il Ronypnol? Al terzo giorno di antibiotico la vita ricomincia a scorrere e riesco a intravedere una prospettiva per il futuro che non sia la sempre certa ma non immediata morte. Quanto mi scoccia sapere che devo morire e quanto mi scoccia che si pretenda che non mi debba neppure scocciare, comunque per ora non muoio.
A una certa ora della sera, ogni sera, sento parlare animatamente, io sono tra i tetti e non riesco a vedere chi parla, urla, si dimena e difenda la sua causa, sera dopo sera.
In principio pensavo fosse una lite o una qualsiasi disputa, nella quale una donna cercava di farsi valere, ma poi mi sono resa conto che a parlare è sempre e solo lei e anche se urla e si agita e cerca in tutti i modi di difendersi parlando di sé e di tutto quello che ha fatto di meraviglioso nella sua vita,  ho capito che si trattava di una povera donna mentecatta, che la sera sale probabilmente all’ultimo piano della sua casa o il sottotetto, apre la finestra e crede di essere ancora a teatro. Io non riesco a vederla ma la sento e mi strazia.
La immagino quando i magazzini La Samaritaine erano aperti e lei ancora giovane e bella, la vedo pure con la sua gonna a ruota e il golfino di cachemere e non riesco mai a decidermi se mi fa più pena una vita che si interrompe bruscamente oppure il declino. Fa schifo in ogni caso.
Spero di rialzarmi presto da questo letto di dolore perché non ho né subutex né ronypnol.(...)

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